Ein Staatsakt, die Staatsoper Wien auf Tour in Japan mit Wagner, Mozart und Muti

OPER! Februar 2017

Eine der wichtigsten Figuren an diesem Opernabend in Yokohama sieht man gar nicht: den Maestro suggeritore, den Souffleur mit Dirigierverpflichtung. Der Neapolitaner Mario Pasquariello sitzt bei Mozarts Hochzeit des Figaro armeschwingend und Einsätze gebend im Kasten. Sein Urgroßvater Gennaro Pasquariello war vor dem Zweiten Weltkrieg ein berühmter Sänger neapolitanischer Lieder. Der Urenkel aber gehört seit 1994 der Wiener Staatsoper an und zählt längst zu den bemerkenswerten Persönlichkeiten dieses an besonderen Menschen nicht armen Hauses. Diskret, humorvoll und stets gut gelaunt, so sorgt er meist mit einem lockeren Witz vor der Vorstellung für Entspannung. Im Souffleurkasten ist er freilich konzentriert und fast so wichtig wie der Dirigent am Pult. Die Kollegen lieben ihn. Wenn man ihn reden hört, staunt man: Er spricht Florentinisch, also das feinste Hochitalienisch.

Das weiß auch Riccardo Muti zu schätzen Continua a leggere

Dominique Meyer: intervista a sovrintendente Staatsoper Vienna

IL MESSAGGERO 24 Maggio 2016

Classe 1955, francese, Dominique Meyer è il sovrintendente dell’Opera di Stato Vienna dal 2010, uno dei teatri lirici più importanti al mondo con bilanci in attivo, recite circa 300 sere l’anno e pubblico in coda, spesso giorno e notte, per i biglietti. Il suo contratto è stato rinnovato fino al 2020

In privato aveva fatto capire che se avesse vinto Hofer si sarebbe dimesso. Respiro di sollievo?

Beh, respiro. Sono veramente felice sia andata così. Abbiamo festeggiato con lo champagne. Non ho voluto dirlo prima perché sono straniero, era una mia decisione, non volevo si dicesse che volevo influenzare gli austriaci. Anche dopo sei anni mi sento sempre un ospite. Ma non avrei voluto lavorare con quel partito (la Fpö) perché ho idee opposte. Io sono sempre stato per l’apertura, la generosità, la tolleranza ma non sono stato mai iscritto al partito socialista anche se in passato ho lavorato con loro (Pierre Beregovoy e Jacques Lange). Sono aperto, ho lavorato anche con i conservatori, sono per il compromesso ma su alcune cose non si può passare sopra. È stato duro aspettare i risultati. Questo lavoro è il sogno della mia vita, lavoro giorno e notte per l’Opera, i Wiener Philharmoniker sono la mia vita e per loro ho rinunciato a tante cose, per me sarebbe stato peggio di un suicidio. La mia squadra mi è stata molto vicina, ho provato molto calore umano. Continua a leggere