Austria al voto, l’ombra della stretta sui profughi

IL MESSAGGERO 15 Ottobre 2017

Oggi alle urne: favorito Kurz, che dovrebbe governare con la destra. Già annunciati maggiori controlli al Brennero. Preoccupazione Ue.

LA SFIDA VIENNA Errori dei sondaggisti permettendo, che di granchi ultimamente ne hanno presi parecchi, dalle elezioni in Austria usciranno una nuova maggioranza e un ribaltamento degli equilibri politici che definire storico non è esagerato. Al governo entreranno con ogni probabilità i populisti della FPÖ, partito nazional liberale di estrema destra, portato in auge da Jörg Haider e guidato ora da Heinz-Christian Strache (48). Partito galvanizzato da anni di opposizione che cavalca temi di facile presa come il no all’ immigrazione, all’ islamizzazione, ai privilegi della casta. I sondaggi danno vincente lo sfidante cancelliere Sebastian Kurz (31), attuale ministro degli esteri nella grande coalizione fra socialdemocratici (SPÖ) e popolari (ÖVP) e leader ÖVP, dato al 33%. COALIZIONE O ALLEANZA In gara per il secondo posto, la SPÖ del cancelliere Christian Kern (51) e la FPÖ, che si alternano fra il 23% e il 27%. Teoricamente è ipotizzabile dopo il voto una riedizione, l’ ennesima, di una grande coalizione fra SPÖ e ÖVP. Però né Kern né Kurz sono disposti a fare il vice dell’ altro. Di tutte le opzioni la grande coalizione sembra però quella meno probabile: a non volerla sono innanzitutto gli elettori, stufi di questa forma di governo che ha dominato da oltre 70 anni. Non resta quindi che un’ alleanza con la FPÖ di Strache, che sia Kern che Kurz sarebbero pronti a fare anche se non lo ammettono. Di coalizioni con la FPÖ, tanto con la SPÖ quanto con la ÖVP, esistono dei precedenti anche se pochi. L’ ultima è stata nel 2000 fra la ÖVP del cancelliere Wolfgang Schüssel e la FPÖ di Haider e finì malissimo, con le sanzioni UE isolamento politico più drammatico dell’ Austria nel dopoguerra. Oggi i tempi sono cambiati e lo scenario di sanzioni è escluso anche perché la FPÖ è cambiata, si è data una ripulita. Se la FPÖ andasse al governo, sia con Kurz che con Kern, il vicecancelliere si chiamerebbe Strache, e agli esteri potrebbe andare Norbert Hofer, sconfitto per un pelo alle presidenziali dal Verde Alexander Van der Bellen, e considerato ancora più falco di Strache. Per l’ Europa, e l’ Italia in particolare, potrebbe cambiare la musica. Giá da tempo l’ Austria fatto nuovo per il paese che si è spesso accodato alla Germania si è distanziata dal governo di Angela Merkel. La censura più forte è arrivata con la crisi dei migranti e porta la firma principalmente di Kurz, il cui partito è peraltro speculare della CDU. Il giovane ministro degli esteri austriaco è stato fra i primi a criticare la Willkommenskultur, la politica del benvenuto della cancelliera, e ad adoperarsi per la chiusura della rotta balcanica. LA PAURA DEI MIGRANTI Nel 2015-2016 sono arrivati in Germania un milione di profughi e in Austria 100.000, il che, al netto della demagogia politica, significa per la Repubblica alpina, in relazione alla popolazione, ha un numero di migranti accolti superiore alla Germania. Il grande flusso ha creato paure fra la gente e portato acqua al partito anti-stranieri: Strache ne ha approfittato lanciandosi sul suo cavallo di battaglia preferito e dettando l’ agenda agli altri partiti, Kurz e la ÖVP in primis. Criticare la Germania paga in termini di simpatie in Austria e voltare le spalle a Berlino significa volgere lo sguardo a Est, ai paesi del Gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia) partner storici dell’ Austria, compatti nel rifiutare l’ immigrazione e la politica dei ricollocamenti in Europa. Se questo sarà lo scenario, la FPÖ al governo, prevedibile un inasprimento della politica europea di Vienna, in primo luogo su migrazione e euro. Le ipotesi post voto però non fermano qui e non si esclude neanche che Kern, a dispetto di tutti i pronostici, possa imporsi. Si parla molto anche, se vincesse Kurz, di un possibile governo di minoranza ÖVP con l’ appoggio esterno di altri partiti, e anche di una grande coalizione con la SPÖ junior e vicecancelliere l’ attuale ministro della difesa Hans Peter Doskozil con cui Kurz lega. La FPÖ sarebbe sempre pronta in panchina, ma il giovane ministro degli esteri sa bene che l’ Austria nel 2018 avrà la presidenza Ue e uno Strache vicecancelliere forse non sarebbe il massimo. Flaminia Bussotti © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Politico new-look senza laurea può essere il premier dei record

 

A 31 anni Sebastian Kurz potrebbe diventare il cancelliere più giovane di tutti i tempi. In politica con i popolari (ÖVP) ha cominciato 7 anni fa senza finire gli studi. Deputato, sottosegretario all’ integrazione, ministro degli esteri e, presto, forse cancelliere. Da quando si è affacciato nel pallido firmamento politico austriaco tutti gli altri sembrano vecchi ed esausti.I sondaggi gli danno consensi record. Maniere impeccabili, oratoria infallibile, faccia d’ angelo, Kurz ha stregato gli austriaci, stanchi forse di una lunga galleria di cancellieri e politici d’ apparato. Che dietro l’ immagine non sempre ci sia la sostanza interessa poco, quel che conta è l’ illusione di dinamismo e novità che trasmette. È un abile tattico: ha fatto fuori senza pensieri il vecchio capo di partito e vice cancelliere Mitterlehner, ha rivoltato la ÖVP come un pedalino dotandosi di poteri senza precedenti, ha tenuto testa alla Merkel sui migranti sterzando a destra ed è pronto ad allearsi ora coi populisti al governo. Anche se oggi dovesse perdere, comunque vincerà: potrà essere un agguerrito capo dell’ opposizione in Parlamento, oppure andarsene a studiare in America. Fl. Bus. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Il top manager delle ferrovie che rischia di uscire di scena

 

Il salto in politica lo ha fatto nell’ ora più difficile della SPÖ: quando il partito l’ ha chiamato, dopo la debacle storica alle presidenziali, Christian Kern, non si è tirato indietro. Dal maggio 2016 è cancelliere in una grande coalizione con i popolari (ÖVP) e dal giugno seguente anche capo della SPÖ. La doppia nomina si era resa necessaria dopo le dimissioni del cancelliere Werner Faymann a seguito del disastro alle presidenziali. Kern non viene dalle segreterie di partito ma era fino a poco fa un top manager. Prima di insediarsi alla Cancelleria, Kern (51 anni), era l’ Ad delle Ferrovie, incarico che ha ricoperto brillantemente. All’ inizio la sua stella brillava: un volto nuovo, parlava di new deal e aveva presentato un ambizioso Piano A di riforme. Poi però, con la crisi dei migranti e la virata a destra imposta dai populisti, la sua stella veniva oscurata da quella nascente di Kurz che potrebbe diventare prossimo cancelliere. In tal caso quello di Kern sarebbe il più breve cancellierato dal 1945. Fl. Bus. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Ultima chiamata: o vince o torna a fare l’ odontoiatra

 

Per Heinz-Christian Strache, 48 anni, leader dell’ estrema destra populista FPÖ, il voto di oggi potrebbe aprire le porte del prossimo governo. Sarà il jolly nei negoziati di socialdemocratici (SPÖ) e popolari (ÖVP) per la prossima coalizione. Da oltre 20 anni in politica, ma mai seduto in prima fila, questa volta si gioca tutto: ora o mai più. Se andasse male forse si ritirerebbe dalla politica per tornare magari a fare il tecnico odontoiatrico. I sondaggi prevedono che sarà lui l’ arbitro sia che vinca Kern o Kurz. Sfruttando la crisi dei migranti ha imposto la sua agenda politica. Su di lui pesa l’ ombra di un passato di frequentazioni neonazi, che col tempo ha rinnegato come ragazzate. Da 12 anni è al comando della FPÖ dove è succedo ad Haider. Il suo programma è un mix di nazionalismo, lotta alla grande coalizione, no agli stranieri, all’ islamizzazione, e no all’ Europa di Bruxelles con occhiolino ai partiti populisti in primis il Fronte Nazionale di Marine Le Pen. Con la prospettiva di governo i toni sono ora più moderati e nei confronti tv ha brillato per pacatezza e sorrisi agli avversari. Fl. Bus. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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