La Spd sceglie Nahles. Un’altra donna forte in Germania

IL MESSAGGERO 23 Aprile 2018 

Personalità sanguigna e grande affinità con la Merkel, ha prevalso sull’ avversaria Simone Lange ma non c’ è stato un boom di consensi

IL PERSONAGGIO BERLINO Storica svolta rosa nella Spd: per la prima volta nei 155 anni della sua esistenza, il glorioso partito di August Bebel e Willy Brandt, ha eletto una donna al comando: Andrea Nahles, 47 anni. Ha ottenuto il peggiore risultato per un capo del partito da oltre 20 anni, e il secondo peggiore in assoluto, e riflette il pessimo stato della Spd, dilaniata da mesi da dubbi sulla rotta strategica, da carente leadership e da pessimi consensi sfociati nel disastro alle elezioni a settembre (20,5%). IL CONTEGGIO Dei 624 voti validi espressi ieri dai delegati al congresso straordinario di Wiesebaden, la Nahles ne ha ottenuti 414, pari al 66,35%. La controcandidata Simone Lange, sindaca di Flensburg (Schleswig-Holstein) ed esponente dell’ ala sinistra, ne ha presi 172 (27,56%): un risultato sorprendente per una illustre sconosciuta, che testimonia della rabbia della base contro i vertici del partito, di cui la Nahles fa parte da venti anni, accusata dalla sfidante di distanza dal Paese e scarsa democrazia. Peggio della Nahles ha fatto solo Oskar Lafontaine, eletto al congresso nel 1995 a Mannheim alla guida della Spd con solo il 62,6%. Era però il risultato di un putsch, ordito proprio dalla Nahles quale leader dei giovani Juso, contro il segretario in carica Rudolf Scharping, battuto ai voti dalla contro-candidatura di Lafontaine. Se nel 1995 era la prima volta che a un congresso si presentava un contro-candidato, e il risultato fu il peggiore della storia, questa era la seconda volta con una contro-candidatura e il secondo peggior risultato. LA NOVITÀ Novità assoluta è la corsa di due donne, e l’ elezione di una donna alla guida. Dopo Angela Merkel, da oltre 12 anni la donna più potente in Germania e nel mondo, Andrea Nahles sarà ora la seconda donna più potente in Germania. Le due hanno peraltro diverse affinità, e non solo nell’ aspetto: vanno d’ accordo e si stimano, condividono uno spiccato senso del potere, sono sgobbone e si sono imposte in un mondo dominato dagli uomini. Curiosamente però, anche se la Spd è stato il partito che ha strappato il diritto di voto per le donne 100 anni fa, è stata la conservatrice Cdu, ad eleggere, con il 95,94%, una donna al vertice 18 anni fa, la Merkel, che nel 2005 è diventata poi anche cancelliera. Per la Nahles si prevedeva un risultato non esaltante ma sul 75%: la realtà è stata bel al di sotto. Dovrà remare contro una base molto scettica (un terzo dei delegati, e probabilmente degli iscritti e degli elettori) per tentare di tirar fuori in poco tempo il partito dalle secche in cui si trova. I prossimi banchi di prova sono vicini: le elezioni regionali in Baviera e Assia ad ottobre e le europee l’ anno prossimo. Non per niente, vuoi per il suo linguaggio colorito, per la personalità sanguigna e la corporatura piazzata, il soprannome della Nahles è Trümmerfrau (le donne che dopo il ’45 sgomberavano le città dalle macerie delle bombe). La neo leader ha tenuto un discorso appassionato assicurando di mettercela tutta:«ce la faremo, lo prometto». All’ ala sinistra, quella più riottosa, ha detto di essere disposta anche a ridiscutere la controversa Agenda 2010 di riforme del lavoro decisa da Schröder, ma con lo sguardo rivolto al 2020 non al 2010. La Lange invece era per azzerare l’ Agenda ma ha promesso comunque appoggio alla Nahles. Al congresso ha parlato anche Martin Schulz l’ ex leader dimessosi dopo il tormentato negoziato per il nuovo governo Groko, e stranamente acclamato come ai tempi quando d’ oro della nomina a sfidante cancelliere a gennaio e dell’ elezione a leader Spd col 100% dei voti a marzo 2017. Bando al passato, nessun rancore, quel che conta per lui è l’ Europa: «senza un’ Europa forte, vinceranno i populisti». Altro tema evocato la Russia, e fra i delegati serpeggiava scontento per la linea dura imboccata dal neo ministro degli esteri, successore di Sigmar Gabriel, Heiko Maas. Flaminia Bussotti © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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