Berlino, il Castello dell’era Merkel

(c) Franco Stella

(c) F. Bussotti

 IL MESSAGGERO 23 Marzo 2018

IL PROGETTO BERLINO A un trentennio dalla caduta del Muro, torna a Berlino il Castello degli Hohenzollern, il progetto architettonico più imponente della Germania unificata. Con esso, nel nuovo calcolo del tempo iniziato con la Berliner Republik, e in piena era Merkel, si alza nella vecchia capitale prussiana un venticello di memoria imperiale. Il Castello dei principi del Brandeburgo e poi dei re di Prussia e degli imperatori tedeschi, risorgerà là dove era un tempo, all’ estremità Est dell’Unter den Linden, pendant della Porta di Brandeburgo a Ovest, dopo essere stato danneggiato dalle bombe nel 1945 e raso al suolo nel 1950 dalla Ddr. IL COLOSSO Si trova a Mitte (centro storico) e ai tempi del Muro cadeva nella Ddr, che al suo posto costruì nel 1973 il Palast der Republik, un colosso rivestito di specchi, sede della Volkskammer e teatro di raduni e manifestazioni culturali. Per i berlinesi dell’est era il «negozio di lampade di Erich» (Honecker) ma vi erano affezionati, tanto che quando dopo l’ Unificazione risultò contaminato di amianto, partì un tormentone sul che farne: sanarlo, ricostruirlo, abbatterlo? Alla fine, 2006-2008, fu demolito. Già nel 2002 il Bundestag votò la ricostruzione del Castello e il bando di concorso internazionale del 2008 fu vinto dall’architetto vicentino, Franco Stella. A giugno 2013 la posa della prima pietra. A fine 2019 l’ apertura al pubblico. Lavori, tempi, budget (600 milioni di euro), tutto nei termini previsti. Da anni il cantiere del Castello una fabbrica con decine di architetti, ingegneri, tecnici e centinaia di operai (ora circa 500) domina lo skyline di Berlino. Si stimano 3-4 milioni di visitatori l’ anno. La gestazione è stata tutt’altro che semplice, molte le critiche: chi avrebbe preferito salvare il Palast der Republik, chi destinare il denaro a progetti sociali, chi semplicemente respingeva l’ idea di ricostruire un Castello dal nulla. Argomenti sempre contestati da Stella per il quale la ricostruzione del Castello significa anche ricostruire il sistema delle piazze circostanti e spiegare l’ architettura dei principali edifici del centro. «Con la distruzione del Castello – spiega l’ architetto – si è persa anche la possibilità di comprendere il significato delle principali strade, piazze e palazzi del centro di Berlino, che avevano nel Castello il loro punto di riferimento». Era il punto di partenza e di arrivo del grande viale dell’ Unter den Linden, su cui sono allineati i maggiori palazzi pubblici e privati fino alla Porta di Brandeburgo, pensata dai re prussiani come Propilei del Castello. Attorno al Castello, sede del potere politico, erano disposti gli edifici simbolo della religione (il Duomo), della potenza militare (l’ Arsenale), della Cultura (l’ Altes Museum) in modo da formare una sorta di monumentale Piazza dei Quattro Poteri. La parte più vecchia del Castello, residenza dei principi del Brandeburgo, fu costruita durante due secoli e mezzo fino alla fine del 600. Per l’ ascesa al trono del re di Prussia (1701), fu aggiunto il palazzo barocco, costruito in 15 anni da tre architetti successivi: Schlüter, Eosander, Böhme. È questa parte, il palazzo barocco con la cupola ottocentesca, l’ oggetto della ricostruzione fedele all’ originale. LA PARTE MODERNA A questa, Stella ha aggiunto una parte moderna di sua invenzione. Visto da fuori, il Nuovo una nuova ala rivolta verso la Sprea – si mette in relazione con l’ Antico per dare vita assieme a un grandioso palazzo «a quattro ali» come voleva il progetto originario di Schlüter. Visto da dentro, il Nuovo si relaziona con l’ Antico per formare tre cortili-piazza (due aperti e uno coperto), cui si accede da sei portali. L’ architettura ricorda quella dell’ antico Foro e del Teatro. «Attraverso sei portali sempre aperti, le piazze esterne si saldano con i cortili interni in un unico grande spazio pubblico al centro di Berlino». Il Castello di Berlino-Foro Humboldt, questo il nome ufficiale, è alto 30 metri e si articola su quattro piani, più il sotterraneo e il sottotetto per gli impianti tecnici: superficie utile 40 mila mq (100 mila lorda). Al piano terra, spazi e servizi di interesse generale, sala di ingresso e degli spettacoli, sale per mostre temporanee, sala polivalente, l’ auditorio, caffè e ristoranti. Al primo piano, un Museo di Berlino, l’ Accademia Humboldt e le collezioni dell’Università Humboldt. Al secondo e terzo, Museo Etnologico e Museo Asiatico. Sul tetto accanto alla cupola, caffè-ristorante e terrazza con vista a 360′ su Berlino. Flaminia Bussotti © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto su IlMessaggero.it.

 Vedi articolo Il Messaggero 23.4.2018 

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