Austria, elezioni: ipotesi patto a tre con Verdi e Liberali. Alleanza tra diversi, nuovo modello europeo

IL MESSAGGERO 30 Settembre 2019

LO SCENARIO VIENNA Fino a poco fa, per decenni, l’ Austria era un modello di stabilità e prevedibilità politica: i volti erano sempre gli stessi, come perpetui duplicati di Francesco Giuseppe, stile imperiale e vagamente monarchico nella liturgia. Con l’ ingresso prorompente di Sebastian Kurz, la narrazione è cambiata: nel giro di due anni il giovane politico Övp ha fatto cadere due governi, è diventato cancelliere a 31, ha perso la poltrona a 32 e ora, dopo un trionfo alle elezioni ieri, è in procinto di diventare di nuovo cancelliere a 33.

LABORATORIO E l’ Austria un laboratorio di nuove alchimie politiche che non ha precedenti nel Paese e che potrebbe fare da battistrada in Europa. Non esistono biografie al mondo paragonabili a quella di Kurz: alle spalle una scalata senza eguali ma anche un peso di proporzioni gigantesche. Starà a lui ora dimostrare che, oltre a vincere le elezioni, saprà anche governare, e non solo sparigliare gli equilibri e provocare nuove elezioni. Il risultato conseguito, superiore a tutti i pronostici ha ora le mani libere per scegliersi l’ alleato preferito per governare cinque anni.

Che sia per suo merito o demerito della FPÖ, travolta dagli scandali, fatto è che Kurz è riuscito nell’ intento che si era prefissato quando poi ha vinto le prime elezioni nel 2017: di demolire, in parte fagocitandola, l’ estrema destra Fpö. Kurz ha detto che avvierà colloqui con tutti i partiti in vista della formazione del nuovo governo: con la leader Spö Pamela Rendi-Wagner, il nuovo leader Fpö, Norbert Hofer, il leader dei Verdi (schizzati al 14%), Werner Kogler, e Beate Meinl-Reisinger dei Neos, partito neoliberale arrivato a circa l’ 8%. LE IPOTESI Ipotizzabili diverse coalizioni: con i Verdi da soli (i numeri ci sarebbero), a tre cooptando anche i Neos (coalizione tripartita detta Dirndl dai colori degli abiti tradizionali femminili, turchese, verde, pink): un governo tricolore sarebbe una assoluta premiere in Austria. Possibile anche una grande coalizione con la Spö e, in teoria, anche una un bis della coalizione Övp-Fpö. Una Groko con la Spö garantirebbe al futuro cancelliere Kurz stabilità a modalità di lavoro oleate, calcolando che fino a un paio di anni fa le grandi coalizioni hanno governato per decenni l’ Austria. Il rischio per Kurz sarebbe però di immagine: lui che si è imposto sulla scena come il dinamico, moderno rottamatore’ delle vecchie incrostazioni del sistema, si piegherebbe al dettato della vecchia politica per garantirsi longevità al potere: un voltafaccia difficile da giustificare. Con i Verdi le distanze dalla Övp sono le maggiori: non tanto con il leader Kogler, con il quale pare che Kurz si intenda a meraviglia, quanto con la base recalcitrante. Difficile immaginare una sintesi su migrazione, tasse e welfare su cui i due partiti hanno idee opposte. Un’ eventuale cooptazione dei Neos al governo potrebbe fare da bilanciere ma una coalizione a tre vorrebbe anche dire tre alleati e altrettanti interessi da mettere d’ accordo. CERTEZZE In ogni caso, a parte colpi di scena, l’ approdo delle urne e della strategia di Kurz sembrerebbe che l’ estrema destra è fuori dai giochi e il colpo di grazia lo avrebbe inferto il principale partito, i popolari della Övp, con uno più o meno di sinistra. Facendo un parallelo con l’ Italia, una specie di coalizione Orsola’ in parti invertite con la Övp al posto del Pd. Un modello che potrebbe fare scuola in Europa e, anche, fare da battistrada nella Germania del dopo Merkel con l’ ipotesi di una coalizione nero-verde-gialla fra cristianodemocratici (Cdu-Csu), Grünen e Liberali (Fdp). Per Kurz si aprono settimane difficili che richiedono abilità negoziale, fiuto tattico e visione strategica. L’ imbarazzo della scelta potrebbe risultare pericoloso ma in ogni caso vale anche per Kurz il vecchio adagio deine Sorge möchte ich haben, mi piacerebbe avere le tue preoccupazioni. Fl. Bus. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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