Sebastian ricompatta conservatori. Sinistra delusa vota a destra

IL MESSAGGERO 17 Ottobre 2017

I FLUSSI VIENNA Un’aura di spensieratezza avvolge in questi giorni Vienna e non solo perché, da quasi una settimana, in coincidenza con le elezioni, il sole risplende con temperature primaverili. Ma perché camminando per la città, guardando i negozi, vedendo la gente e i ristoranti pieni l’impressione è quella di un grande benessere, di un paese ricco che ha non ha di che lamentarsi. Se il disagio sociale, la disoccupazione (al 5,6%), la povertà e la mancata integrazione sono il nutrimento dei populismi, allora l’ Austria dovrebbe esserne esente. LA MARCIA Il Paese è prosperoso, con un welfare fra i più generosi in Europa, i fondamentali in parte migliori della Germania ed è contribuente netto dell’Ue. Eppure, da anni, il partito populista di FPÖ è in marcia e al voto domenica ha conquistato il 27% conquistando forse il secondo posto davanti ai socialdemocratici (SPÖ) del cancelliere uscente Christian Kern (26,9%), dopo i popolari (ÖVP) di Kurz (31,6%), arrivati primi. Sebastian probabilmente diventerà il prossimo cancelliere anche se non è detto (i risultati sono ancora provvisori e non si escludono colpi di scena e agguati in sede di negoziati per la formazione del governo). Quel che è sicuro è che Kurz, grazie a una abile campagna e, soprattutto, a un certo carisma, dinamismo e alla giovane età (31) che promette energia e novità, ha stravinto e trainato l’ esanime ÖVP dal terzo posto di un anno fa al primo. L’ analisi del voto degli istituti demoscopici mostra un travaso di voti verso Kurz trasversale da tutti i partiti, tutte le fasce sociali e le età. I NUMERI Al risultato di Kurz (circa 1,6 milioni di voti) si arriva grazie al milione circa di elettori ÖVP fedeli (il partito ha conservato l’ 84% dell’ elettorato del 2013) più circa 170mila arrivati dalla FPÖ, altri 120mila nuovi elettori, 114mila dal partito Stronach (che non esiste più), 80mila dai Verdi e 60mila dai Neos. Viceversa la FPÖ ha mantenuto il 73% dei suoi elettori (700mila) catturandone nuovi dagli altri: 155mila dalla SPÖ, 60mila dalla ÖVP, 122mila nuovi elettori, 100mila da Stronach e altrettanti dai Neos. Gli elettori di Kurz sono la classe media, commercianti, contadini, imprenditori. Il profilo è trasversale, afferma Rainer Nowak, direttore del quotidiano conservatore Die Presse: «Giovani, vecchi, non elettori mobilitati, elettori di altri partiti o attratti dal messaggio di cambiamento che Kurz incarna». Il risultato dipende anche dalla «cattiva campagna della SPÖ che ha sbagliato a non indire elezioni anticipate e non ha mostrato leadership. I Verdi sono scomparsi perché con lo spauracchio ÖVP-FPÖ molti hanno votato SPÖ per scongiurare un governo nero-blu». Kurz dovrà portare a casa un risultato in 2-3 settimane altrimenti si «andrà a un governo rosso-blu» (SPÖ-FPÖ). «Strache (leader FPÖ) chiederà molto, finanze, interni, esteri, ma per Kurz sarà difficile perché sa bene che nel 2018 l’ Austria ha la presidenza dell’ Ue». LE IPOTESI Helmut Brandstätter, direttore del popolare quotidiano Kurier, dà «all’ 80% le chance di una coalizione nero-blu (ÖVP-FPÖ) purché riesca a fissare i parametri di governo rapidamente», altrimenti anche lui pensa che la palla potrebbe passare a rosso-blu (SPÖ-FPÖ) che per i populisti avrebbe il vantaggio di uno sdoganamento totale in Europa. Esclusa a suo avviso una grande coalizione, almeno con Kern vice. Il campo è aperto a molte possibilità inclusa l’ ipotesi di un governo di minoranza avanzata da Alexandra Foederl-Schmid, direttore fino a pochi giorni fa del quotidiano liberal Der Standard: «Kurz potrebbe dare la giustizia a un esperto, l’ istruzione a Matthias Strolz (leader Neos) e magari la difesa o gli esteri alla SPÖ». Ipotesi invece esclusa da Brandstätter: «Impensabile col 31% un governo di minoranza, Kurz deve trovare una maggioranza, se no si torna al voto. In autunno c’ è la legge di bilancio e servono i numeri per approvarla». Fl. Bus. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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