Muti e Malkovich miracolo a Kiev

IL MESSAGGERO 3 Luglio 2018

L’ EVENTO KIEV Riccardo Muti infaticabile a dispetto della trasferta a Kiev, prove di 10 ore al giorno e un temporale che ha fatto ritardare di un’ ora e mezzo – domenica sera – il concerto all’ aperto nella piazza della Cattedrale di Santa Sofia, attaccata a piazza Maidan, teatro nel febbraio 2014 delle proteste che fecero oltre 100 morti. Il 22mo concerto delle Vie dell’ Amicizia, nato nel 1997 nell’ ambito del Festival di Ravenna, era quest’ anno in Ucraina.

Paese nel cuore dell’ Europa, lacerato da un conflitto che ha fatto oltre 10 mila morti. La pace è una chimera e nel Donbass la guerra infuria. Il concerto, ricorda Muti, vuole portare un «messaggio di pace e fratellanza nel linguaggio universale della musica, non vuole farsi strumento politico, schierarsi con una parte o con l’ altra». L’ Orchestra giovanile Luigi Cherubini è affiancata da compagini locali a significare il valore trascendente della musica: quattro le orchestre a Kiev (Opera Nazionale, Filarmonica e di Mariupol, città nell’ Est Ucraina a 20 km dal fronte), più quattro cori. Simbolico anche il programma: Verdi, Stabat Mater, Te Deum, Nabucco, e Lincoln Portrait, brano iconico negli Usa scritto nel 1942 dal musicista di origine lituana, Aaron Copland, che distilla il pensiero del leggendario 16mo presidente che bandì la schiavitù. Musica avvolgente, testo toccante con voce narrante di John Malkovich, attore noir per eccellenza. Prima di lui altri grandi si sono avvicendati: Henry Fonda, Paul Newman, Gregory Peck e Al Gore, Margaret Thatcher, Barack Obama.

Voce vibrante e affilata, che scandisce le parole senza enfasi e trionfalismi, ma che va dritto al cuore: «È l’ eterno conflitto fra due principi, il bene e il male», recita un pensiero. Il concerto viene replicato stasera a Ravenna al Pala De Andrè. A Kiev, malgrado pioggia e freddo, c’ erano circa 10 mila persone. Nessuno si è scoraggiato e quando, alle 22.30, sono risuonate le prime note di Verdi, l’ emozione era forte. Emozione salita ancora sulle note del Nabucco con un coro strepitoso e solisti ucraini (il basso Sergii Magera e il soprano Liudmyla Monastryrska) con ugola tellurica. A Kiev Muti non si risparmia: scherza, infila aneddoti e tratta i giovani musicisti con la severità di un maestro e l’ affetto d’ un padre. SENTIMENTI Alle prove, in conferenza stampa e a un ricevimento dell’ ambasciatore Davide La Cecilia (25 anni di relazioni bilaterali Italia-Ucraina), parla del concerto ma spazia anche. Sul podio è rigore prussiano: anche quando aspetta che spiova, o i moderatori si dilungano nella presentazione, o il presidente Poroshenko – in prima fila col sindaco di Kiev, l’ ex pugile Vitali Klitschko, attivista di Maidan (campione del mondo pesi massimi) – tiene un discorso in cui reclama il diritto alla sovranità e chiede a Putin la liberazione dei detenuti politici nei territori occupati incluso il regista ucraino, Oleg Sensov. «La musica fa miracoli che spesso politici e diplomatici non fanno», dice Muti. «Verdi non ha bisogno di spiegazioni è un musicista universale», come disse D’Annunzio alla sua morte, Verdi pianse e amò per tutti, «ha saputo esprimere sentimenti di dolore e amore di tutto il mondo, appartiene al mondo non solo all’ Italia: il suo, come Beethoven, è un messaggio di pace, fratellanza e amore». IL TESTO Il testo di Copland, spiega, contiene parole di Lincoln, parole di assoluta democrazia, la vera democrazia è quando non ci sono né schiavi né tiranni e il significato non va riferito all’ Ucraina ma al mondo intero. Anche per Malkovich le «parole di Lincoln sono eterne: anche se hanno un secolo sono ugualmente importanti oggi. Niente schiavi, niente tiranni, penso sia un chiaro statement che non cambierà mai». Dicono il coraggio di «quanti si opposero alla schiavitù, che oggi purtroppo in piccola misura esiste ancora». Per spiegare l’ universalità della musica, Muti racconta anche una piccola fiaba: «Una volta Dio manda degli angeli sulla terra a vedere la situazione. Per scendere dal cielo usarono una scala e al ritorno la dimenticarono giù, e allora la scala diventò la scala musicale do, re, mi fa, sol La musica unisce spirito e corpo, cielo e terra».

Durante una prova, un altro insegnamento ai giovani direttori: «Non interferite con l’ orchestra, preparatela ma non interferite, non esagerate nella gestualità, quando una cosa è fatta bene non c’ è bisogno di sbraitare». Un merito nel vincere la pioggia lo ha anche la moglie del maestro, Cristina, presidentessa del Festival, che quanto a energie non è seconda al marito che ha aspettato imperterrita sotto una tettoia la fine dell’ acquazzone. Prossimi impegni di Muti, Firenze per i 50 anni del debutto al Maggio, Così fa tutte a Napoli e probabilmente nel 2020 in Italia con la Chicago. Flaminia Bussotti © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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