Berlino, Merkel accerchiata. All’attacco anche i bavaresi

IL MESSAGGERO 27 Settembre 2017

In salita la trattativa con i verdi e i liberali. La Csu avverte: «Dobbiamo coprirci a destra» Populisti dell’Afd nel caos, Petry annuncia la scissione: «Fonderò un nuovo partito»

IL POST VOTO BERLINO La duttilità non è il suo problema, in 12 anni al governo Angela Merkel ha dimostrato di possedere la malleabilità del caucciù: Realpolitikerin, Machtpolitikerin, politica realista, di potere, o semplicemente opportunista,  gli attributi conquistati negli anni. Ma questa volta, se vuole dare vita al primo esperimento Giamaica in Germania – un governo a tre cristiano democratici, liberali, verdi – la scienziata Merkel dovrà superare le leggi della logica e mettere d’ accordo antipodi politici e far quadrare il cerchio. COALIZIONE PENALIZZATA Il risultato elettorale, che ha brutalmente penalizzato i partiti della grande coalizione, Cdu-Csu e Spd, che hanno incassato il loro record negativo dal 1949 (33% e 20,5%), non le lascia molto spazio. Lo sfidante perdente Martin Schulz ha annunciato che la Spd non ci sta a una nuova grande coalizione e andrà all’ opposizione. La Cdu-Csu rimane, anche se decurtata quasi del 9%, primo partito ma per governi bicolore con i liberali (Fdp) o i Verdi non ci sono i numeri. Dunque non resta che Giamaica, un governo tripartito nero-giallo-verde fra Cdu-Csu, Fdp e Verdi, un’ assoluta novità a livello federale, che sta invece funzionando bene a livello regionale nello Schleswig-Holstein. Il problema sono i contenuti: i tre partiti sono distanti su Europa, migrazione, ambiente, finanze. Ma anche le personalità dei rispettivi leader sembrano inconciliabili. Christian Lindner, Fdp, 38 anni, il politico che ha fatto la campagna elettorale più cool (manifesti in bianco e nero, look da fotomodello e aura hipster giovanile). Il suo credo è un liberismo moderno, contrario al salvataggio dei paesi in crisi e per un’ immigrazione controllata. Per i Verdi la coppia al vertice sono Cem Ödzemir (51), seconda generazione turca (il padre era emigrato nel 1961) e Katrin Göring-Eckardt, tedesca dell’ Est, fervente protestante. Appartengono all’ ala realista moderata dei Grünen ma su ambiente e solidarietà europea non sono disposti a negoziare. SCHAUBLE IN BILICO In caso di governo, Ödzemir diventerebbe ministro degli Esteri. Lindner vicecancelliere. I liberali reclamerebbero il ministero delle Finanze, il più importante di tutti. Il che significherebbe scalzare Wolfgang Schäuble, che da tempo vedono come il fumo agli occhi (al suo posto si parla di Werner Hoyer, capo della Banca europea di investimenti europea Bei) e adottare anche una politica finanziaria europea ancora più rigida. Non a caso il presidente francese Emannuel Macron, che ha in mente grandi piani di rilancio dell’ Europa e l’ euro, avrebbe confidato che se la Merkel si allea con i liberali sono morto. Fra Verdi e liberali su molti punti la distanza è diametrale: emigrazione, politica sociale, sicurezza, tasse, pensioni, sussidi, ambiente. Ma come se non bastasse, il problema maggiore per la Merkel sarebbe forse è proprio l’ alleata Csu, l’ Unione cristiano sociale bavarese con cui la Cdu forma un gruppo al Bundestag. La Csu, assieme a una connotazione sociale più spiccata, rappresenta anche la pancia più conservatrice dell’ Unione. IL NEMICO IN CASA Il leader, e governatore della Baviera, Horst Seehofer (68), era il principale nemico interno della cancelliera durante la crisi dei migranti e martellava con la richiesta di un tetto massimo di 200.000 l’ anno (richiesta cui finora la Merkel non ha ceduto) ed è stato il primo dopo la batosta elettorale a puntare il dito contro la sua politica troppo di sinistra che ha spinto molti elettori nella braccia dell’ estrema destra AfD (circa un milione l’ emorragia Cdu-Csu): è chiaro che abbiamo il fianco destro aperto, e adesso bisogna richiuderlo, ha detto dichiarando palesemente guerra alla Merkel. In Baviera la Csu ha perso il 10% e lo scenario horror per Seehofer sono le regionali l’ anno prossimo. La Csu aveva riconquistato alle ultime regionali la maggioranza assoluta che aveva perso a quelle precedenti, vedendosi costretta a governare con i liberali. Adesso invece è al governo del Land da sola e vuole rimanerci. Per riuscirci deve vincere le regionali nel 2018, e quindi recuperare i voti persi andati all’ AfD. Potrà farlo solo sterzando a destra. Sembrerebbe impossibile quindi trovare un compromesso fra la retromarcia bavarese, il liberismo 4.0 dell’ Fdp e la fiaba ecologista dei Grünen. Ma la Merkel è maestra di tattica e di strategia e chissà che anche questa volta non le riesca la missione impossibile di far quadrare il cerchio. Flaminia Bussotti © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Vedi Articolo Il Messaggero 27.9.2017

 

 

 

FLAMINIA BUSSOTTI

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